Non ci fu nessuna avvisaglia per Giulio Cesare, difficile per lui difendersi, le Idi di marzo gli furono fatali. Tante invece le sirene che gridano alla Juventus: si avvicina il periodo più caldo della stagione e l’impressione è che nessuno sia pronto per evitare il peggio.
Dopo le ultime, appannate prestazioni, è arrivata la sconfitta contro una Fiorentina cui bisogna dare il merito di un’organizzazione tattica migliore, di una buona disposizione in campo, di un’ energia e una motivazione che ai bianconeri sono mancate. Un avversario che sì, ha meritato, ma che non ha dato lezioni a nessuno: la lezione la Juventus la conosce a memoria da svariate partite ormai, ma non trova i giusti canali per metterla in pratica. Quello che Allegri ha proclamato nel prepartita forse avrebbe dovuto chiarirlo anche nello spogliatoio: forse è stato il professore ad espimersi male, o gli allievi ad essere più svogliati del solito, ma giocando così la Coppa Italia è un obiettivo sempre più lontano. Complici un fenomenale Salah e la superficialità delle giocate dei singoli, la frittata è quasi fatta. Una Juve brutta a prescindere dalla sconfitta che, contro una squadra che si dimostra in ottima forma, ci può anche stare. Ma il calo di rendimento rende evidente anche la crisi di settori-pilastro della squadra che conosciamo da tre anni.
Infatti oltre al rendimento di un centrocampo sempre più in affanno, per infortuni per eccessiva leziosità, per la condizione fisica che inizia a scicchiolare, inizia a preoccupare anche quello del reparto difensivo: la Juve ha incassato 8 goal in 6 partite e non si tratta più di una situazione di emergenza, visto che resta fuori solo Barzagli, ma di un’insicurezza che confeziona occasioni da goal per gli avversari. Nel caso di ieri sera, il turnover ha influito fino ad un certo punto, anche se ha mandato in confusione gli stessi titolari: Tevez in campo per sotituire Coman, ha servito la causa ma in modo nervoso, senza mai riuscire a svegliare la squadra.
E’evidente la necessità di dosare le forze per competizioni più importanti, dato che la rosa non è così ampia da potersi permettere in questo momento la giusta competitività su tutti i fronti, ma anche se si tratta di partite di minor prestigio, abituano allo stress, alla necessità di commettere pochissimi errori. Scendere in campo con l’atteggiamento sbagliato è un errore imperdonabile adesso e nel caso di ieri ha messo la squadra a terra. E se i 9 punti servono ancora a tranquillizzare in vista del campionato, questi alti e bassi preoccupano molto in funzione di Dortmund, dove i ritmi saranno più alti e le motivazioni più pressanti. E se ad Allegri non sono bastati gli ultimi 20′ contro la Roma, dovrebbe far tesoro del goal di Salah perche è proprio in questo modo che Klopp si augura di perforare la difesa banconera. Non è sempre la scelta giusta sacrificare completamente la qualità del gioco per puntare alla sostanza del risultato ed è questo che preoccupa di più a due settimane dalla sfida col Borussia, con il risultato ancora in bilico. Serviranno ritmo, velocità, intensità, e se necessario, anche la capacità di cambiare volto a partita in corso.
Ma davvero questo è il massimo che la Juve ha da offrire?
Sebbene confortata da un livello mediocre di avversari in campionato, sembra una squadra che non ha nulla da esprimere, come se fossero in stallo non solo le energie ma anche le idee. Un leggero richiamo per allenatore, preparatore, società. Ma quando al mercato si compra pesce, non è certo possibile pretendere di mangiare bistecche: la rosa va sicuramente rinforzata e anche ringiovanita. Dominare in Italia non significa sempre costruire un gruppo forte, rinnovato. Cambaire non solo per vincere lo scudetto, ma per farlo lasciando un segno. Nel caso specifico di questa semifinale, non sarà facile ribaltare il risultato nella gara di ritorno, data la conclamata incapacità della Juve di sfruttare il vantaggio e i momenti di dominio. Ma la pelle dell’orso si vende quando è stato ucciso e, nella speranza che il calo di rendimento sia dovuto solo a carichi di lavoro, attenderemo le Idi di marzo e tutto dipenderà da cosa (o chi) tradirà la Vecchia Signora.