“Non dobbiamo avere paura che della paura“. Così recitava un motto di Giulio Cesare, e questo dovrebbe essere il mantra della squadra di Allegri.
Sì, perchè il primo incontro di questi ottavi di finale ha mostrato che la Juventus è assolutamente all’altezza dei propri avversari e che ha tutte le carte che servono per questa qualificazione.
Avere buone carte e non giocarle al meglio è però, un peccato mortale: abbiamo visto una Juve sicuramente più propositiva ripsetto alle ultime uscite in campionato, ma tanto la prestazione quanto il risultato lasciano ancora un certo rammarico. E’ una vittoria che sta stretta ai campioni d’Italia, è un risultato che lascia aperte varie possibilità, e che alimenta diversa interpretazioni. Ancora due facce della stessa medaglia, ancora due squadre nascoste in una sola, ancora due partite diverse a seconda dei punti di vista. Una Juve verrà ricordata per gli errori, per gli aspetti negativi: non si può prescindere dallo scivolone di Chiellini, che apre la strada per il goal, non si può prescindere dalla brutta prestazione di questo centrocampo che perde partita, dopo partita, tutto il suo mordente e che vede i suoi protagonisti sempre più appannati.
Leggermente migliore, rispetto alle sue ultime, la prestazione di Pogba, davvero allarmante la condizione di Vidal. Allarme anche per l’infortunio di Pirlo, che sembra non promettere nulla di buono. Il calcio è fatto di episodi e una Juve verrà ricordata solo per quelli. Non si ha però una visione reale di quello che accaduto considerando solo questi aspetti negativi, soprattutto perchè la Juventus ha raccolto meno di quanto ha seminato: sono sue le occasioni migliori della partita, e un 3-1 non avrebbe destato alcuno scandalo. C’è quindi anche una Juve che verrà ricordata per una migliore impostazione tattica, per una buona parte difensiva e per gli ampi spazi costruiti e riempiti di contropiede.
Due momenti per due grandi interpreti: Bonucci e Morata. La Juve scende in campo, soprattutto nel secondo tempo, mescolando la giusta dose di aggressività e raziocinio, manca l’aspetto fondamentale: con la giusta precisione sotto porta, parleremmo di un’altra partita, di una squadra più sicura e meno stressata dal punto di vista fisico. Una vittoria che non assicura, ma che comunque c’è.
Due facce della stessa medaglia, che aprono dunque un nuovo scenario: la qualificazione si giocherà in un contesto che promette una vera battaglia. Saranno 90′ di corsa e forza fisica. Sarà un’impresa difficile ma non impossibile: il Borussia lascia spazi che sono facili da sfruttare. C’è il tempo, ci sono i presupposti, ci sono i mezzi per farlo. Sarà fondamentale l’impostazione di un centrocampo che sappia contenere, ma anche far partire il contropiede. “Solo chi osa può vincere”: striscione profetico quello dello Juventus Stadium, perchè andare in Germania con l’idea di difendersi sarebbe la strategia peggiore. La partita di ieri sera ha in parte rivelato l’identità della squadra: ha evidenziato limiti che vanno superati, ha messo in mostra i mezzi di cui si deve milgiorare l’utilizzo.
Molto probabilmente arriverà a marzo recuperando qualche infortunato e con una condizione atletica migliore, ma non saranno ammessi cali di concentrazione. La prudenza non è mai troppa, ma che non venga per bloccare le gambe e fermare i cuori: ci vorrà orgoglio, contenimento sì, ma anche assalto. Difficile azzerare tutto e restare in attesa quando sul cammino ci sono lo scontro diretto con la Roma e la partita di Coppa Italia con la Fiorentina. Un’agenda che non deve spaventare, ma essere sfruttata ancora una volta per dimostrare e per allenarsi ad essere grandi.