La Juve non lascia niente. Lo ha detto Allegri, lo hanno confermato i giocatori, e lo conferma soprattutto un Morata in versione carta vincente che, proprio quando sembrava impossibile evitare i supplementari, spedisce la Juve in semifinale ad attendere la vincente tra Fiorentina e Roma. Nella scorsa partita il Verona ha imparato a sue spese , che le seconde linee della Juve sono forti quanto i titolari e che hanno in alcune circostanze ancora più voglia di vincere. Ieri sera è stato il Parma ad insegnare che, come già profeticamente annunciato da Allegri, non esistono partite facili: i 40 punti di differenza in campionato non emergono affatto in una partita che è stata difficile fino alla fine, con un Parma protagonista di una bella prova di orgoglio. Non ci sono azioni degne di nota, nessun guizzo da parte dei bianconeri, nessuna possibilità per costruire, per inventare. Non è affatto la solita Juve, mancano gli spazi per inserirsi, mancano precisione e profondità. Risolve il goal di Morata allo scadere, che quando entra a partita in corso non sbaglia mai e lancia un messaggio: forse le gerarchie accanto a Tevez potrebbero cambiare, alla luce sprattutto di un Leone tutt’altro che ruggente e che sembra davvero addormentato. Non è possibile giocare tutte le partite al massimo, e spesso sono proprio quelle più facile sulla carta a rivelarsi più insidiose, e sono proprio le squadre con più problemi a crearne di più grandi all’avversario. La Juve ieri sera ha evitato di spingere al massimo il motore, risparmiando a tanti giocatori troppo movimento senza palla. Così viene meno il bel gioco, e si rischia più del dovuto. Una Juve sorella addormentata di quella a cui siamo abituati, svegliata appena in tempo dal pericolo supplementari che iniziava a serpeggiare al Tardini. Con gli scontri di Champion all’orizzonte ed importanti impegni fuori casa in campionato, è chiaro che la Juve cerchi di inquadrare nel modo giusto le sue priorità e tralasciando la latente svogliatezza generale, ci sono comunque segnali positivi da questa Coppa Italia: il totale recupero di Pepe che adesso spinge davvero come una volta, e ancora una buonissima prestazione di Coman nonostante i suoi spazi fossero davvero pochi. Altrettanti, se non di più, gli aspetti negativi legati a prestazioni poco rassicuranti: prime fra tutte quella di Llorente, davvero non nella sua migliore serata, quella di Vidal ancora stizzito per la sua sacrosanta sostituzione che arriva in un momento in cui non sembrano davvero chiare le motivazioni del suo scarso rendimento, e ancora quella di Pirlo che nella sua versione di serie b è un vero freno per l’intera manovra.
Senza scomodare la tanto temuta involuzione rispetto agli scorsi anni, forse è semplicemente il caso di valutare la reale condizione dei giocatori e mettere in campo i migliori , senza affidarsi troppo a schemi di giochi e reali esigenze di turn over. Questo perchè, nel momento di massima acclamazione del singolo, di Paul Pogba, la Juve ci svela il suo segreto, che ancora una volta, è nella forza del gruppo: arma importantissima in un campionato lungo e stressante come quello italiano e in una stagione con tutte le porte ancora aperte. Quando tutti si sentono utili, parte di un progetto, quando tutti sono importanti, vincere diventa più facile.