Papa Francesco si è recato in visita alla moschea Sultan Ahmet di Istanbul, meglio nota come Moschea blu, durante il suo secondo giorno in Turchia. Ad accoglierlo Rahmi Yaran, il Gran Muftì di Istanbul. Imponente il cordone di sicurezza che ha scortato il passaggio del Papa fino all’arrivo davanti alla moschea.
La preghiera
Il pontefice si è tolto le scarpe prima di entrare. Ha poi alzato la testa ammirando l’imponente opera architettonica costruita nel Seicento dal sultano Ahmet I. Ha pregato in silenzio, con le mani giunte e gli occhi chiusi, davanti alla nicchia che indica la direzione della Mecca. È rimasto in preghiera per tre minuti mentre l’imam declamava delle invocazioni.
Secondo quanto riferito dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, Papa Bergoglio ha ascoltato alcuni versetti del corano e si è trovato d’accordo con la definizione di dio come “dio della giustizia e dell’amore” data dal Gran Muftì. È stato un “bel momento di dialogo interreligioso”, ha dichiarato il portavoce.
Anche Benedetto XVI, nel novembre del 2006, sostò in silenziosa preghiera nella Moschea blu, ponendo fine a tutte quelle polemiche scaturite dopo la lectio tenuta due mesi prima a Ratisbona.
Visita nella Basilica di Santa Sofia
Dopo aver pregato nella Moschea blu il Papa ha fatto visita alla basilica di Santa Sofia a Istanbul, cattedrale cristiana fino al 1054 poi trasformata in Moschea nel 1935 per volere di Ataturk. Nel libro degli ospiti presente nella Basilica Papa Francesco ha voluto scrivere: “Contemplando la bellezza e l’armonia di questo luogo sacro, la mia anima si eleva all’Onnipotente, fonte ed origine di ogni bellezza, e chiedo all’Altissimo di guidare sempre i cuori dell’umanità sulla via della verità, della bontà e della pace”.