Dublino. Al Web Summit il cantante leader degli U2, Bono Vox, si schiera dalla parte di Spotify e dei servizi di streaming musicale in genere, che in questi giorni sono nel mirino di pesanti critiche. “Il futuro della musica passa anche per Spotify” afferma e non ha dubbi l’artista che da sempre apprezza tutti i servizi di streaming musicale (legale). Secondo lui il vero nemico è la poca trasparenza delle etichette discografiche verso gli artisti e non il servizio.
Il problema infatti, afferma Bono, non è se Spotify paga o meno (e paga) ma la poca chiarezza sulle trattenute delle case discografiche verso gli artisti. Spotify infatti devolve il 70% dei ricavati a chi detiene i diritti del brano ascoltato ma non paga direttamente l’artista bensì le case discografiche che poi sono chiare sui pagamenti ai singoli artisti. Questo mistero genera ovviamente sfiducia negli artisti che voglio prendere parte al servizio di streaming musicale inducendoli a diffidare e criticarlo. Secondo Bono servizi come Spotify possono davvero rivoluzionare l’industria musicale e difendere il diritto d’autore ma non se ci sono sotterfugi tra le etichette e gli artisti.