Nel precedente articolo stavamo analizzando il diagramma delle forze che entrano in gioco nell’equilibrio del nostro sistema muscolo-scheletrico e che possono garantirci, se correttamente equilibrate tra loro, uno stato di buona salute o, al contrario, seri problemi fisici. Avevamo chiuso il post con una domanda: “Da cosa dipende questa spinta?” , oggi daremo una risposta.
Questa spinta dipende principalmente da:
- Rapporto di flesso estensione tra addome e resistenze specifiche periferiche (flesso estensione del ginocchio, estensibilità dell’anca e flesso estensione della caviglia);
- Capacità del cateto che ha vertice nell’addome (capo prossimale) e nell’ischio crurale (capo distale), di essere in posizione arretrata sul piano sagittale, rispetto alla linea che congiunge le due inserzioni degli ischio crurali;
Questa differenza di allineamento esprime la reale capacità addominale ed è proporzionata alla riduzione del segmento CD, all’aumento dei segmenti AB ed EF che a loro volta esprimono la reale consistenza della relazione con la flessibilità periferica. Si parla di flessibilità periferica perché non dobbiamo pensare solamente alle resistenze dirette ma anche alle dominanze indotte (sulle articolazioni starter la rigidità di un muscolo produce la dominanza di un altro) ed alle resistenze sulle articolazioni non direttamente in contatto con l’addome (ad esempio cingolo scapolo omerale) ma direttamente collegate al sistema circolare che coinvolge l’addome stesso.
La reale situazione statica rapportata agli atteggiamenti del corpo, ai decubiti utilizzati ed alle direzioni vettoriali dei carichi e delle azioni espresse, produce un apprendimento nei ruoli reciproci delle articolazioni e delle strutture muscolari ad esse legate, nel complesso rapporto di articolazioni starter (senza rapporto agonista-antagonista) e non starter (con rapporto agonista-antagonista tra flessori ed estensori). E’molto riduttivo pensare alla complessità dei movimenti naturali e dei gesti tecnici specifici, riducendo lo studio delle cinematiche alla considerazione dell’azione di un muscolo, in una fase, rispetto ad un’articolazione. Dobbiamo imparare a riconoscere i ruoli in un’azione, inseriti in un sistema che produce un apprendimento. Così non sarà possibile pensare, ad esempio, come de-rotare una scoliosi senza sapere perché ruota da quel lato, quali sono le cause che producono il compenso negativo, su che piano e rispetto a che articolazione agiscono! Non è sufficiente cercare di rimuovere il compenso perché ciò potrebbe andare contro un apprendimento stabilizzato nel soggetto e produrre ulteriori contrasti, motivo per cui i busti ed i plantari producono azioni che quasi sempre vengono annullate dall’organismo una volta che viene rimosso (anche a distanza di anni) il supporto artificiale stesso.
Nell’immagine qui sopra, l’azione del baricentro tecnico addominale è annullata e le coppie di forze cedono il posto ad azioni compensative che interrompono il sistema circolare e producono sovraccarichi in ogni singola articolazione, base dei traumi classici come le tendiniti, la pubalgia le lombo sciatalgie. Nel prossimo articolo tratteremo in forma specifica il comportamento delle scoliosi che nel Canali Postural Method non sono considerate una forma patologica ma una reazione alla perdita dell’equilibrio. La scoliosi è strettamente legata all’atteggiamento scoliotico e basterebbe un’oculata ginnastica predittiva per poterla prevenire.