Nuovo video-shock diffuso da integralisti islamici. Ansar Bayt al-Maqdis, i partigiani di Gerusalemme, è questo il nome del gruppo estremista, legato ad al Qaeda, che ha brutalmente decapitato 4 ostaggi. Le vittime, rapite a Sheikh Zuwaid, nel Sinai, a pochi chilometri dalla Striscia di Gaza, sono state accusate di essere spie del Mossad, il servizio di intelligence israeliano.
«Dio ci ha consigliato di non essere amici di ebrei e cristiani e chiunque contraddice l’ordine divino sarà come loro. Gli ebrei devono capire che la nazione islamica si è risvegliata, tutti i loro piani e complotti sono noti. Per voi sarà l’inferno», queste le parole del capo dei nove miliziani ripresi nel video di 29 minuti diffuso sul web. Gli analisti sostengono si tratti di un gruppo autonomo, slegato dall’Isis, ma le bandiere nere che sventolano dai pick-up dei jihadisti fanno pensare ad un’alleanza con le milizie del califfo al-Baghdadi.
I quattro cadaveri, trovati mercoledì scorso, rappresenterebbero un segnale nefasto per l’Egitto, teatro, per la prima volta, di una decapitazione da parte di gruppi integralisti islamici. «Forze di sicurezza» di Ansar, così si definiscono i miliziani, che sostengono di essere alla guida di uno Stato islamico indipendente. Ansar Bayt al-Maqdis ha intensificato le azioni terroristiche nella regione del Sinai dopo la messa al bando, in Egitto, dei Fratelli Musulmani.
Intanto, scontri e rappresaglie di gruppi islamici continuano a diffondersi in tutto il mondo arabo. Al-Arabiya riferisce che 43 caschi blu dell’ONU sono stati sequestrati sulle alture del Golan, al confine tra Israele e Siria, durante gli scontri tra ribelli ed esercito di Damasco. I militari, di nazionalità filippina, sarebbero stati rapiti a Quneitra, una città fantasma situata nella fascia di sicurezza ONU che divide Siria ed Israele; a confermarlo il portavoce dell’Onu Stéphane Dujarric.