Così come accade con persone appartenenti ad altri gruppi di età, le donne più anziane rispetto agli uomini loro coetanei, sviluppano spesso una patologia depressiva però tra di esse, i tassi di frequenza diminuiscono dopo la menopausa. Anche se la clinica psichiatrica suggerisce che la depressione non appartenga come evento normale al processo di invecchiamento delle donne, vi è però un alto numero di donne anziane – che hanno già ampiamente superato la menopausa ed i relativi squilibri e riassestamenti ormonali – che ne soffrono.
Generalmente, si tratta di persone che avevano già avuto episodi depressivi di diversa durata e gravità nel corso della loro vita precedente. Le cause più frequenti dello sviluppo di una depressione tra le donne anziane sono:
- la perdita di un coniuge amato;
- il nido vuoto in cui possono quindi trovarsi con i figli ormai adulti la cui percezione può riacutizzarsi;
- l’entrata nell’età pensionabile, con abbandono del posto di lavoro.
Anche se alcune donne – ed uomini- ritrovano poi, adattandosi e riassestandosi, un certo equilibrio, dopo aver attraversato momenti di profonda tristezza legata a queste perdite, non per tutti è però così ed è allora che può affacciarsi l’esperienza della depressione.
Anche la consapevolezza di essere affette da una malattia cronica ed invalidante, può far scatenare una depressione. Spesso, negli anziani, vi è una minore propensione a comunicare la propria depressione e tristezza e, poiché a volte, essi non presentano sintomi immediatamente riferibili a questo disturbo, da parte dei medici può esservi una certa tendenza a sottostimarne la presenza ed anche a sottovalutarne l’impatto sulla qualità della vita e della salute da parte di chi ne soffre.
Quando una persona anziana soffre di depressione per la prima volta, bisogna innanzitutto cercare di individuarne possibili cause organiche scatenanti o concomitanti, come la presenza di alcuni cambiamenti nel cervello dovuta ad un minore afflusso di sangue; spesso infatti la depressione, può presentarsi dopo una ischemia, che costituisce un fattore di rischio.
Inoltre, nelle persone i cui vasi sanguigni presentano una riduzione di volume, con conseguente minore afflusso di sangue ad organi centrali e periferici, può svilupparsi una sindrome definita “depressione vascolare“, che rappresenta un fattore di rischio per la salute delle persone in cui coesistono malattie cerebrovascolari, come l’ictus oppure cardiologiche.