Diversamente da come si tende a pensare, i problemi alimentari non affliggono soltanto il mondo femminile, riferendoci qui con particolare riguardo a quello delle atlete che si dedicano a sport agonistici ma sono sempre più diffusi anche tra gli uomini e ciò dovrebbe indurre medici ed altri operatori a non trascurare l’esistenza di questa possibilità e ad elaborare adeguati progetti preventivi e terapeutici specifici.
I disturbi alimentari maschili sono diffusi soprattutto tra gli atleti giovani e quelli con alcuni anni di carriera alle spalle con particolare frequenza ad esempio, nel body-building.
In tali atleti si è rilevata con una certa frequenza, a partire dagli studi di H. Pope la presenza di un disturbo definito come bigoressia, termine derivato dall’unione di due lingue “big”, grande in inglese e “arekisis”, forma in greco, ovvero fame di grossezza ma che clinicamente è anche detta anoressia inversa. Infatti, mentre le ragazze anoressiche perseguono lo scopo di diminuire la grandezza e l’evidenza delle forme del corpo che abitano, gli uomini affetti da bigoressia, perseguono invece lo scopo di aumentare tali forme, la loro tonicità, ad esempio dei bicipiti, attraverso allenamenti spesso compulsivi, con una valenza che sembrerebbe autopunitiva, e l’utilizzo spesso di integratori come la creatina e l’ormone somatotropo (GH).
Diffuso anche l’utilizzo steroidi che se in un primo momento sembrano aumentare in loro l’efficienza, possono scatenare poi sia gravi disturbi fisici di tipo cardiaco e renale, sia concorrere a produrre e rinforzare sbalzi d’umore, depressione e stati di angoscia. Questi uomini così come le ragazze anoressiche, sembrano essere schiavi dello specchio al quale ricorrono ogni volta che sentono di perdere sia nella realtà sia a livello soltanto immaginativo – o anche dopo aver invece ascoltato eventuali affermazioni relative ad una eventuale diminuzione della loro massa e forma muscolare da parte di amici o familiari.
Provare la sensazione o immaginare di perdere parte della loro forma muscolare o sentirselo dire da parte di persone a cui tengono, può spingere questi uomini in uno stato di notevole prostrazione e a compiere dei tentativi compulsivi di recuperare tali forme attraverso allenamenti intensivi ed un’alimentazione inadeguata quale quella esclusivamente iperproteica per tempi eccessivamente lunghi e protratti.
Il pensiero della forma fisica e dell’allenamento finalizzato alla stessa può diventare così ossessivo ed intrusivo da compromettere anche la loro stessa vita famigliare, sociale ed amicale (ad esempio essi temono angosciati di andare qualche volta in pizzeria per l’effetto che i carboidrati assunti con una pizza potrebbero avere su di loro) oltre che lavorativa, in quanto la loro ossessività può purtroppo deconcentrarli dai compiti che gli vengono assegnati sul lavoro.
Il pensiero della persona affetta da bigoressia infatti, è sempre alla ricerca di modi per raggiungere dei migliori risultati, dei quali poi non si sente mai soddisfatta aumentando sempre la posta in gioco con allenamenti ed alimentazione stravolta rispetto alla norma. Si tratta in questo caso, di un disturbo definito come Complesso di Adone, che è una figura mitologica greca che da sempre, rappresenta per gli uomini, un ideale estetico di bellezza.
Sempre più preoccupante l’espansione di questo ed altri disturbi alimentari nel mondo maschile che attualmente sembra aver ormai raggiunto il 20/30% del totale di coloro che ne soffrono.