Uno strumento utile per chi corre è il cardiofrequenzimetro. Come detto precedentemente per i cronometri ed i satellitari, anche in questo caso vi sono sul mercato moltissime varianti che possono soddisfare sia i podisti neofiti che quelli più esigenti.
Ma veniamo al suo funzionamento: in genere si ha una fascia elastica dotata di sensori del battito cardiaco che deve essere posta attorno al torace, appena al di sotto del muscolo gran pettorale, regolata in modo tale che sia stretta ma senza dare fastidio durante la corsa. Infatti, due potrebbero essere i problemi che si potrebbero verificare durante l’allenamento: con la sudorazione, se la fascia non è sufficientemente stretta potrebbe scivolare lentamente verso il basso creando irritazioni cutanee e rendendo incapaci i sensori di rilevare correttamente il battito del nostro cuore. Oppure se regolata troppo stretta potrebbe dare senso di costrizione. E’ bene perciò trovare la giusta regolazione per il proprio torace prima di uscire di corsa, senza improvvisare niente. I battiti del nostro cuore vengono rilevati da questa fascia ed inviati allo strumento che portiamo al polso, il quale li visualizza rielaborandoli. Avremo così la possibilità di vedere la frequenza cardiaca istantanea, oppure la frequenza massima o minima raggiunta.
Spesso i cardiofrequenzimetri hanno delle funzioni che permettono di impostare dei range di frequenza entro i quali si dovrebbe svolgere l’allenamento, avvisandoci con dei segnali sonori qualora dovessimo sforare oltre la soglia: se rallentiamo troppo il nostro cuore “riposa” e le pulsazioni diminuiranno e viceversa se andremo troppo velocemente avvertiremo una sensazione di affanno e le pulsazioni saranno in aumento. Abbiamo la possibilità anche di ricavare dati come la frequenza cardiaca media calcolata in un determinato tempo o spazio percorso. Naturalmente è facile intuire come il cardio possa essere utilizzato come utile strumento di allenamento, alternativo al satellitare. Ci sono inoltre satellitari con la funzione cardio inclusa, i quali permettono di poter scegliere il metodo di allenamento più indicato per le proprie esigenze. A determinate andature di corsa, infatti, corrispondono in linea di massima determinate frequenza cardiache. Va da se che è bene comunque non affidarsi ciecamente a ciò che lo strumento ci indica: se ci viene indicato che abbiamo 160 battiti al minuto e ci sentiamo già al limite, anche se il nostro allenamento prevede di spingere fino a 180 battiti è utile rinunciare. Il buon senso deve sempre avere la meglio.