Secondo quanto riporta il Financial Times, il COO di Facebook, ovvero Sheryl Sandberg, avrebbe chiesto a Vodafone la possibilità di far accedere gratuitamente gli utenti residenti in molti paesi emergenti al social network più importante della rete. L’operatore ha però detto di no. Vittorio Colao, capo di Vodafone, ha affermato: “Non ha senso alcuno…perché dovrei regalare l’uso della mia rete”.
Il colosso dei social network non ha però chiesto l’impossibile. Accordi simili sono già stati presi in altri Paesi in via di sviluppo, come le Filippine e il Kenya, nell’ambito del progetto Facebook Zero. Anche in USA Facebook ha un accordo simile con l’operatore T-Mobile. Google ha adottato una strategia simile, sempre nei paesi in via di sviluppo, non facendo pagare l’ingresso a siti di sua proprietà, come Google Search, Google+ o Gmail.
Queste strategie potrebbero però sbilanciare la competizione andando a favore dei giganti, creando un’artificiale barriera all’ingresso per i nuovi entranti (nel mondo social, mail, ricerche) o in generale per altri concorrenti (come Bing di Microsoft o Twitter).
Si altererebbero gli equilibri che finora hanno permesso a internet di essere un ambiente aperto per l’innovazione proveniente da qualsiasi direzione o soggetto.
Queste aziende però si difendono affermando che tale strategia non mira a fortificare la loro leadership (almeno non solo). Il loro intento infatti è quello di diffondere internet nei Paesi poveri, dove la normale connessione ad internet è troppo costosa per la maggior parte della popolazione.
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