Siamo in crisi, lo sappiamo, ma nonostante questo la ricerca italiana è ancora una delle migliori al mondo. Quattro strutture italiane, ovvero l’Università Cattolica-Policlinico Agostino Gemelli, il Campus Bio-Medico e l’Irccs San Raffaele, tutte a Roma, e la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, hanno sviluppato “LifeHand2“, un arto artificiale con il senso del tatto. Il risultato finale di anni e anni di studi è stato sperimentato in prima persona da un danese, Dennis Aabo Sorensen, rimasto vittima di un incidente durante il Capodanno del 2004, che gli è costato l’amputazione del braccio.
Gli hanno impiantato nei nervi mediano e ulnare del braccio quattro elettrodi intraneurali, ovviamente tramite un intervento chirurgico effettuato il 26 gennaio dell’anno scorso al Policlinico Gemelli di Roma. Il 16 febbraio 2013 Dennis ha indossato questa protesi biomeccatronica registrando incredibili risultati. È riuscito a riconoscere la consistenza di oggetti duri, intermedi e morbidi, nonostante fosse bendato. Ma non solo, è anche riuscito a riconoscere forme di varie cose, come una palla da basket, un bicchiere, un mandarino, etc.
I ricercatori ora vogliono rendere la mano permanente e aumentare i sensori tattili integrati nella protesi, per dare ancora più precisione ai dati inviati al nostro cervello.