È uno strano battibecco a distanza quello che si sta consumando nelle ultime ore a colpi di dati e grafici. Infatti, dopo le negative previsioni, quasi drastiche, che l’Università di Princeton ha pubblicato nella giornata di ieri attraverso lo studio di due studenti, le quali descrivevano le condizioni del social network più grande del mondo in netta discesa rispetto a quelli che sono stati i dati negli ultimi anni e relativamente a quanto successo a MySpace, la società californiana ha risposto con un’analisi, con tanto di percentuali e previsioni, sulla situazione dell’Università di Princeton, anch’essa molto in discesa.
In un post realizzato da Mike Develin, data scientist presso Facebook, intitolato “Sgonfiando Princeton”, l’azienda di Zuckerberg somma proprio i ‘Mi piace’ raccolti dall’università sul social network, i dati di Google Scholar e quelli sempre di Google Trend per osservare l’andamento calante dell’Università di Princeton per quanto riguarda ricerche e popolarità.
Secondo Facebook il prospetto è altamente negativo:
“Princeton avrà metà degli iscritti entro il 2018 e nel 2021 probabilmente dovrà chiudere per assenza completa di iscritti, questo avrà notevoli conseguenze negative per tutta l’umanità e non solo per i nostri colleghi accademici del New Jersey”.
Il post poi torna serio e ricorda come l’istruzione vada rispettata e messa sempre al primo posto tra le priorità, ma anche che non tutte le ricerche sono uguali e che alcuni metodi di analisi dei dati possono portare a conclusioni poco ragionevoli. Sicuramente l’Università di Princeton non si è fatta una buona pubblicità, e per ritirarsi sù dovrà, forse, prendere esempio dai dati che lo stesso Facebook gli ha mostrato.