Le protesi presenti oggi sul mercato sono tecnologicamente avanzate. Questa di cui vi andiamo a parlare oggi è però una delle migliori. Il ricercatore che ha lavorato a questo progetto è infatti riuscito a rendere possibile il movimento tramite impulsi nervosi, un po’ come tu ed io muoviamo i nostri arti normalmente. Applicando un apposito panno stracolmo di sensori sull’arto amputato sarà possibile ricollegare il nostro cervello ad un muscolo, che questa volta però sarà meccanico. Questi sensori non solo dovranno captare i segnali, ma anche trasformarli in impulsi per l’arto robotico. Questa protesi riesce a garantire 13 angoli di movimenti, come chiudere ed aprire la mano, girare il polso di 180 gradi in senso orario e antiorario e muovere il pollice.
James Sides, sergente della marina che ha perso il proprio braccio destro in Afghanistan nel 2012, lo ha provato. Ecco cosa ha affermato:
“È esattamente come se avessi ancora una mano.”
Ci sono ancora un po’ di cose da migliorare, visto che si scollega troppo spesso a causa di semplici sovraccarichi. Tuttavia, i passi in avanti in questo settore sono importanti. Pensate che non ha nemmeno bisogno di essere ricaricato, in quanto gli elettrodi in platino/iridio sono alimentati per induzione magnetica.