Le perdite vaginali sono un fenomeno particolarmente frequente nelle donne, dovute molte volte alla fisiologia dell’apparato genitale femminile o ad infiammazioni o tumori uterini. Le secrezioni vaginali possono assumere diverse caratteristiche a seconda dell’infezione in corso.
Quando però le perdite vaginali sono accompagnate da tracce ematiche fuori dal periodo mestruale, allora un consulto ginecologico diventa assolutamente consigliato. Stiamo parlando dello Spotting, un sanguinamento anomalo della cervice uterina. Questo disturbo non necessariamente rappresenta un pericolo per la salute ma non va assolutamente sottovalutato soprattutto se è un problema ricorrente.
Quali sono le cause? Una modesta percentuale di donne, accusa il fenomeno dello spotting in seguito all’assunzione della pillola anticoncezionale e/o all’inserimento della spirale durante i rapporti. Oltre ai metodi contraccettivi, lo spotting può manifestarsi per cause di natura organica come cisti ovariche, fibromi, polipi, ectopia del collo dell’utero o per cause di natura disfunzionale come diabete, obesità, bulimia, anoressia, stress.
Come viene diagnosticata? In seguito ad una visita ginecologica, la paziente potrà essere sottoposta ad esami specifici come le analisi del sangue, pap test, colposcopia, ecografia pelvica e trans vaginale e la biopsia del collo dell’utero.
Qual’è la cura? La cura consiste nel cambiamento del regime alimentare. La dieta deve essere ricca di acidi grassi essenziali, di ferro e di magnesio. Eliminare il fumo e lo stress quotidiano. Lo sport, in particolare lo stretching, il pilates, lo yoga rappresentano un prezioso aiuto nella regolazione del ciclo mestruale. Ovviamente tutte queste misure di prevenzioni sono ottime per le donne sane e non per quelle affette da patologie.