Twitter è come un rubinetto, una volta aperto non c’è filtro che tenga. I tweet funzionano nello stesso modo, quando li scriviamo tutti li possono vedere. Per questo Twitter viene considerato il termometro del mondo, ma ciò potrebbe impedirgli di crescere ancora.
Il mondo in cui funziona Twitter infatti, ha una strana conseguenza: chi segue troppi utenti perde di vista le persone a cui è affezionato e smette di seguirne di nuove. Immaginate di esservi appena registrati, comincerete a seguire alcuni account dei vostri amici o di grandi giornalisti e celebrità che vi interessano. Non ci sono così tanti tweet e riuscite a leggere senza problemi tutto quello che vi interessa. Ma poi cominciate a seguire qualche nuovo utente e il vostro feed, la pagina con gli aggiornamenti dove entrate appena vi collegate, diventa sempre più affollata. Così, magari, vi perdete le battute dei vostri migliori amici che twittano solo di tanto in tanto. E’ qui che cominciano i problemi economici di Twitter.
Twitter continua a consigliarvi utenti da seguire, sia in automatico, sia con inserzioni pubblicitarie, ma non dice quali dovremmo abbandonare perché poco letti e visitati da noi. Smettere di seguire qualcuno è altamente fastidioso, servono diversi tweed e per molti sono di intralcio ad una esperienza piacevole e liscia. A questo punto il rubinetto si intasa. Questo ha due conseguenze negative per Twitter: gli utenti lo usano di meno e smettono di seguire nuovi account.
Nel primo caso viene penalizzata la pubblicità, visto che twitter guadagna in base ai clic degli utenti sui banner. Nel secondo caso gli account che avete deciso di non seguire hanno sempre meno pubblico. Molti account infatti, se per qualche giorno o qualche mese si sentono abbandonati, provvedono con la cancellazione dal network, per spostare l’attenzione e la forza lavoro su Facebook e Google+. Twitter è pieno di account che hanno avuto una morte prematura, i quali non hanno mai avuto una vita vera.
Twitter ha più di un miliardo di utenti registrati, ma solo 218 milioni sono attivi, appena 25%. Questa è la causa per cui la società non cresce dal punto di vista economico. Ma il peggio è che chi abbandona Twitter tende ad andare dalla concorrenza, Facebook e Google+, dove gli utenti possono contare su un bacino di utenza maggiore e una visibilità garantita, basta semplicemente far cliccare il tasto ‘Mi piace’ e il gioco è fatto. Su questi social network i feed sono filtrati e, a differenza di Twitter, vi vengono fatti vedere solo i post più apprezzati o commentati, lasciando indietro quelli inutili e di poco conto, che avrebbero solamente intasato il news feed.
Facebook però, non può essere una fonte di notizie in tempo reale come Twitter, ma offre il pieno controllo sulla selezione, permettendovi di stabilire la frequenza con cui volete che certe persone compaiano nei vostri aggiornamenti o perfino i contenuti che volete vedere. Questo sistema non è assolutamente immediato, ma si può migliorare con dei menù intuitivi e veloci. Permettere agli utenti di gestire il proprio profilo feed è una questione spinosa dal punto di vista grafico, ma Twitter dovrà trovare il modo di farlo, provando diverse strade, in modo da rendere la piattaforma espandibile e maggiormente apprezzabile.
Questi strumenti dovranno funzionare anche su smartphone, dato che il 75% degli utenti lo utilizza su tale dispositivo. Se il social network non affronterà questi problemi, chi lo usa da molto tempo potrebbe abbandonare il servizio e chi lo utilizza da poco potrebbe non innamorarsene. La sfida di Twitter sarà quella di conservare la sua atmosfera da piazza di provincia anche quando crescerà e si trasformerà in una metropoli digitale, oltre ad un’azienda quotata in Borsa.