Secondo match per il Bayern Monaco in Champions League dopo il successo casalingo all’esordio contro il CSKA Mosca. Questa volta l’avversario è di quelli eccellenti poiché si tratta del Manchester City di Manuel Pellegrini (a sua volta vittorioso all’esordio a Plzen con un perentorio 0-3), in assoluto uno dei top club a livello europeo, per non dire planetario.
Potrebbe tranquillamente essere una semifinale anticipata questa tra il ManCity e il Bayern. Siamo solo al secondo round del Gruppo D ma qui oltre ai tre punti del percorso di qualificazione ci si gioca l’onore, l’orgoglio e l’autorità da numeri uno. La cosa straordinaria di questo Bayern del nuovo corso Guardiola è che aumentando il coefficiente di difficoltà dell’avversario, aumenta la forza della squadra. Si alza l’asticella e i bavaresi accolgono la sfida e mostrano di essere uno o più gradini superiori. Il Bayern Monaco gioca una partita sublime e per 80 minuti è l’unica vera squadra in campo. Si muove a un ritmo impressionante, indice di una preparazione atletica davvero mostruosa. Il Manchester City è una squadra robusta, solida, che ha gamba, fisicità e gioca un gran calcio. Il Bayern però riesce ad essere superiore in tutto, anche sul piano fisico: corre di più e soprattutto meglio facendo correre la palla e costringendo gli inglesi a rincorrere. Effettua un pressing asfissiante dal primo secondo di partita, tanto che il rettangolo di gioco assomiglia più a una piscina verde piena di piranha rossi che si muovono in branco in un’unica direzione aggredendo la preda senza pietà.
Fino a 10 min. dalla fine è davvero solo un monologo bavarese. Un forcing fondato su una squadra alta e corta, cambi repentini di campo e soprattutto scambi di posizione tra le linee. Formalmente lo schieramento è il consueto 4-1-4-1 con Lahm ormai sempre più habitué davanti alla difesa, ma di fatto, senza Mandzukic è un 4-1-5, se non addirittura un 4-6-0. Puro calcio totale e tiki-taka guardiolano riaggiornati alla luce di una preparazione fisica basata su nuove tecnologie di preparazione e nuovi concetti di biomeccanica. Ribéry, Robben e Müller là davanti fanno malissimo, Schweinsteiger non è ancora al 100% della forma e lotta come un leone, Kroos sta crescendo partita dopo partita. Il ManCity non sa davvero che pesci pigliare e ‘sti piranha sono sconsigliatissimi. Kompany, Clichy, Nastasic e Richards,ovvero l’intera linea difensiva inglese, ma soprattutto un colpevole Hart non nella sua serata migliore, non riescono ad evitare i tre gol. Però, si sa, i Citizens non sono giocatori da sottovalutare e hanno qualità per ribaltare qualsiasi situazione. Ci mettono sempre orgoglio, sudore e sangue fino alla fine, perché non è finita finché non è finita. Negredo, subentrato a un annichilito Dzeko, addirittura rischia di riaprirla siglando una rete spettacolare al 79′, su errore di Alaba. I cambi e un calo fisiologico del Bayern spalanca uno spiraglio al City, e se la punizione dal limite calciata da Silva va dentro invece di stamparsi sulla traversa, forse saremmo qui a parlare di tutt’altro match. E invece è il super Bayern che merita alla fine di espugnare dopo cinque lunghi anni l’Etihad Stadium in una competizione europea.
Marcatori: Ribéry 6′, Müller 56′, Robben 59′, Negredo 79′
Manchester City (4-2-3-1): Hart; Richards, Kompany, Nastasic, Clichy; Fernandinho, Touré; Navas, Agüero (Silva, 70′), Nasri (Milner, 70′); Dzeko (Negredo, 57′). All. Pellegrini.
Bayern Monaco (4-1-4-1): Neuer; Rafinha, Boateng, Dante, Alaba; Lahm; Robben (Shaqiri, 78′), Kroos, Schweinsteiger (Kirchhoff, 76′), Ribéry (Götze, 82′); Müller. All. Guardiola.