Qualcuno di voi lo utilizzerà già da qualche mese, altri lo avranno sicuramente intravisto sulla propria bacheca Facebook grazie ad un amico che c’è iscritto, mentre in molti lo conosceranno appena, fatto sta che Ask sta diventando un vero fenomeno del web.
Come sempre però, le cose hanno un lato positivo e uno negativo e anche Ask, oltre ad essere un network con grandi potenzialità, nasconde delle insidie sociali e morali che rischiano di creare disagi e addirittura morti. Infatti Ask è divenuto in poco tempo una tana per tutti quei cyber bulli che amano prendere in giro, magari anche per gioco e non sempre a scopo offensivo, ragazzi e ragazze che non hanno la forza di potersi difendere.
In molti casi si conclude il tutto con l’eliminazione dell’utente fastidioso dal network, segnalato dalle vittime. In altri casi però, le vittime non riescono o non vogliono, per paura, segnalare il bullo e optano per la sopportazione di quest’ultimo, mossa che può creare gravi disagi sociali al ragazzo vittima.
Ask è quindi divenuta una vera e propria piazza virtuale che s’affolla quotidianamente di 200 mila nuovi utenti, dove la conversazione viaggia speditissima: 60 milioni di messaggi postati al giorno, soprattutto da adolescenti, a volte da amici, spesso da sconosciuti. Una marea di pensieri praticamente incontrollati.
Un’esuberanza verbale che impiega un attimo a sconfinare in violenza, a volte in modo fatale. Come Hannah Smith, 14 anni, britannica del Leicestershire che si è uccisa venerdì scorso perché non reggeva più il peso delle parole usate sul suo profilo. Una storia molto triste, che fa capire perfettamente che questo genere di network andrebbe controllato con maggiore attenzione, con la possibilità di segnalare chi disturba e la prudenza del network di cancellarlo immediatamente.
Questo naturalmente non va a fermare completamente il bullo, ma lo va a stancare, anche se poi avrà comunque la possibilità di rifarsi un nuovo account. Il web è ormai sommerso di ragazzi di tutte le età, dagli 8-9 anni alla maggiore età con caratteri e modi di pensiero diversi e un maggiore controllo darebbe sicuramente una mano ai ragazzi più deboli e indifesi, che possono talvolta tentare e purtroppo riuscire ad eseguire gesti estremi come la povera Hanna.
fonte | repubblica