Google plus, il famoso social network di Google, ha compiuto due anni e come un pargolo che riesce ad alzarsi camminare solo dopo tanto provare, anche Google+ ha trovato il suo equilibrio dopo un sacco di fallimenti. ReadWrite per prima ha riferito sull’avvento di Google+, creando un sacco di anticipazione sul social networking. Per questo anniversario David Sobotta, blogger e scrittore che ha lavorato per Apple, ha deciso di raccontare -in un suo pensiero– l’esperienza con il social network e il suo convincimento verso quest’ultimo.
Google+ ha sbagliato in partenza
“Come altri, spiega lo scrittore, anch’io mi ricordo alcune delusioni iniziali“. La prima, per lui, si è rivelata essere l’immediata e forse troppo repentina trasformazione dei suoi vecchi album di Picasa Web -associati all’account Gmail usato per accesso al social- in album di Google+. A parere di Sobotta, la mossa di Google di collegare Google+ a Gmail aveva comunque un senso pratico: eliminare un rapporto esistente che aveva con gli utenti. Eppure Google ha arrancato molto sulla flessibilità del servizio, legando gli utenti ad un unico indirizzo di posta elettronica controllato da Google+.
Ghost Town+ ?
L’altro problema era che non aveva trovato nessuno dei suoi amici su Google+, non uno di loro si era iscritto e questo comportamento diffuso rendeva il social di Google una vera città fantasma. David non abbandonò comunque la barca di Google+ nonostante spendesse la maggior parte delle energie su Twitter e Facebook. “Due anni dopo, però, Google+ ed io sembravamo aver trovato nuove ragioni per piacerci a vicenda -afferma David Sobotta- e a quanto pare non sono il solo“. Infatti dovete sapere che ad oggi Google+ risulta essere la seconda piattaforma social più grande al mondo, vantando 343 milioni di utenti stimati; primeggia Facebook con 693 milioni di utenti e al terzo posto Twitter con 288 milioni di utenti. E’ chiaro che Google ha ottenuto molte delle persone che utilizzavano i suoi altri servizi, integrando quest’ultimi nel suo social.
Strumenti di condivisione
David ha trovato nelle interazioni fornite da Google+ un valido alleato per portare avanti relazioni professionali che, con maggiore probabilità, lo possono aiutare con i suoi obiettivi di business. “Con Facebook -spiega- trovo un sacco dei miei vecchi amici di scuola e mi piace comunicare con loro, ma molto raramente questo fa qualcosa per il mio business“.Per David Sobotta ci sono poi alcune funzionalità di base molto apprezzabili presenti su Google+ e difficili da trovare in altre piattaforme social. Prima fra tutte la possibilità di modificare i propri post (in quanto scrittore David è molto dedito alla precisione). Facebook sta ancora sperimentando sistemi di modifica e su Twitter l’unico modo di redimersi dall’errore è cancellare il tweet; quindi Google+ è da apprezzare in quanto permette di modificare tutto ciò che si è scritto anche dopo la pubblicazione. Seconda la funzione “Cerchie”, che risulta essere un modo molto efficiente di dirigere i contenuti verso le persone più appropriate. Ad ogni post Google chiede a quali cerchie mostrare il contenuto, così si finisce per essere organizzati fin dall’inizio. Le cerchie in Google+, a dire di Sobotta, funzionano molto meglio per il targeting dei contenuti rispetto a Facebook o altri.
Immagini perfette
Parlando di immagini, l’esperienza di Sobotta patteggia per Google+: l‘userface è stata affinata molto negli anni per condividere più facilmente le foto di Facebook, Flickr o del proprio Google Picasa. “Ho un amico del college -dice Sobotta- con cui spesso condivido immagini del paesaggio e ormai usiamo Google+ per farlo: la condivisione di Google+ ha per noi sostituito l’invio di mail con allegati, è semplice e funzionale“. Anche qui le cerchie hanno il loro perché: su Facebook o Twitter è facile ricevere un feedback negativo condividendo immagini con chi è politicamente di pensiero opposto, mentre con Google+ lo scrittore riesce evitare questo noioso inconveniente.
Sentimento di community
La cosa più piacevole, per Sorbotta, è creare un’efficace comunità di bell’aspetto su Google+ e questo gli risulta molto più facile che su Facebook ad esempio. Sul social di Google non ci sono infatti tutti quei fastidiosi avvisi per un certo numero di “like” necessari a passare al livello successivo ed è molto più facile gestire e indirizzare le informazioni specifiche per le persone nella comunità di Google+ che nelle pagine Facebook di aziende o istituzioni.
Sarà l’altro social network?
“Se nei prossimi due anni porterà avanti il progresso, Google+ potrebbe finire per sfidare Facebook” questo pensa David Sobotta, ovviamente costatando che Google+ si è rivalso delle precedenti voci secondo le quali non sarebbe mai sopravvissuto e a patto che Google continui ad apportare miglioramenti al suo social network. Ora sono sotto i riflettori.
fonte | readwrite