Dopo il PRISM sembra che Facebook debba difendersi non solo sul fronte americano, ma anche su quello europeo. Nelle scorse ore, infatti, il social-network ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma di non aver condiviso dati degli utenti con le autorità della Turchia, in piena protesta contro il governo in quest’ultimo periodo.
Il comunicato rilasciato recita:
Facebook non ha fornito dati sugli utenti alle autorità turche in risposta alle richieste del governo legate alle recenti proteste nel paese. Più generalmente rifiutiamo tutte le richieste governative delle autorità turche e le indirizziamo verso le classiche forme legali a meno che non risulti evidente un pericolo di vita o un’urgenza verso un bambino, cose capitate in una bassa percentuale di richieste ricevute.
Siamo preoccupati riguardo alle proposte legislative che potrebbero obbligare le compagnie che lavorano su internet a fornire dati sugli utenti alle autorità legali turche con più frequenza. Incontreremo i rappresentanti del governo turco la prossima settimana, quando visiteranno la Silicon Valley, e intendiamo comunicar loro il nostro forte disappunto riguardo queste proposte.
Una presa di posizione molto chiara che rende evidente che il colosso di Palo Alto non ha intenzione di cedere alle pressioni governative estere, cercando fortemente di proteggere i dati degli utenti, specie in casi di questa importanza in cui il diritto all’espressione libera senza censura dev’essere tutelato.