Era il 18 maggio 2012, quando il più grande social network al mondo, Facebook, capitanato da Mark Zuckerberg, entrò a far parte del Nasdaq. Una giornata storica per la società, che si apprestava finalmente ad affacciare le proprie azioni nei mercati di tutto il mondo.
Un anno complicato, con il punto più basso raggiunto a settembre, quando le azioni del social network furono scambiate ad appena 17 dollari, contro i 38 del primo giorno. L’obbiettivo dei dirigenti della società, ma sopratutto quello di Mark Zuckerberg, era semplicemente quello di far capire ai finanziatori di tutto il mondo, che le azioni di un portale sul web potevano essere proficue quanto quelle di qualsiasi altra azienda del globo.
Un obbiettivo molto difficile da raggiungere, ma che ad oggi, con il senno di poi, possiamo dire di essere stato toccato a pieno. La partenza non fu delle migliori, grazie anche alla stampa americana, che nei primi mesi di giacenza in borsa, davano il titolo come spacciato e destinato a rimanere a cifre molto basse, con pochi movimenti azionari su di se. Su tutti ci fu il Wall Street Journal, che data la sua importanza, venne preso in considerazione a pieno dagli azionisti, che quindi non puntarono sul titolo di Facebook, ma il peggio è passato.
Infatti dopo un autunno terribile e un inverno in netto recupero, Facebook ora può sentirsi nettamente sicuro di se, con una quota azionaria che oscilla tra i 25 e i 28 dollari. Il timore di sbagliare però resta, grazie anche ad una concorrenza come quella di Google+ e Twitter, che aumentano ogni giorno di più il loro bagaglio di utenza. Come tutte le aziende e società del mondo, anche i prodotti che vengono proposti ai consumatori e le loro vendite, sono fondamentali per l’andamento in positivo del titolo in borsa.
Facebook infatti, in questi ultimi mesi si ritrova con molti servizi innovativi lanciati, che però non hanno avuto un grosso riscontro sull’utenza e sui consumatori, che non si riconoscono con le innovazioni, sia per il prezzo a cui vengono proposti e sia per l’importanza dell’innovazione in se, che nel caso di Facebook Home, sembra non esserci. Oltre al nuovo Facebook Home, in collaborazione con HTC è stato laciato anche uno smartphone, l’HTC First, che però sta avendo un riscontro completamente negativo, sopratutto in termini di vendite, che sono nettamente inferiori alla cifra spesa per realizzare il prodotto. Naturalmente tutto questo sta gravando sull’andamento di Facebook in borsa, che però cerca di colmare con l’aumento dell’utenza all’interno del social network.
Insomma, l’avventura nel Nasdaq continua, tra male lingue e prodotti flop, ma l’impronta nel web rimane sempre stabile, e questo forse, è il dato più importante per la società di Mark Zuckerberg, che può assolutamente dormire tranquillo.