Cerca
Close this search box.
Cerca

Il “MI PIACE” esce da Facebook ed entra nei negozi…

Non sarà più una pratica solo su Facebook, ma da oggi un “MI PIACE” si potrà mettere direttamente in negozio. Ad essere precisi si farà direttamente sulle grucce dei vestiti, premendo un pulsante. L’idea è stata della catena di abbigliamento C&A, presente anche in Italia, che ha posizionato su ogni capo un contatore di “like” in tempo reale, mostrandone il livello di gradimento.

CeA_like-640x383

Bella pensata no? E non a caso molti retail nel mondo sperimentano, sempre di più, nuove strategie di promozione e marketing interattive come questa. Alcune ricerche del GfK Italia, l’Istituto di monitoraggio delle scelte di consumo, evidenziano infatti che la competizione sui prezzi diverrà meno importante, mentre crescerà l’importanza di differenziarsi tramite fattori legati a mobilità e connettività.

L’esempio di C&A, scovato da italiaoggi.it, è per capire come sono cambiate le modalità di consumo: “adattarsi o crepare” diceva il manager sportivo degli Oakland Athletics, Billy Beane, nel film “L’arte di vincere”. Ed ecco che i retail in massa vogliono vincere raggiungendo le generazioni di giovani, i cosiddetti nativi digitali, più aperti e attenti alla comodità dell’interazione via mobile. Se poi ci stanno riuscendo o meno, se in maniera goffa o efficace, è altro argomento.

E un po’ di creatività non guasta mai nell’affrontare la sfida (quotidiana) di tenere legato a sé il consumatore o di attrarne dei nuovi. Il mondo dei retail si sta riempendo di trovate come questa: dall’applicazione MyCarrefour che permette di fare la spesa nei supermercati Carrefour Italia attraverso il QR code, fino al discount coreano E-Mart che con un palloncino dotato di Wi-Fi che gira per la città permette ai consumatori di connettersi, scaricare coupon e fare acquisti online.

ibeacon

Secondo la ricerca Gfk Young Shopper Study, infatti, c’è una maggiore inclinazione nei giovani a passare più tempo nei punti vendita: circa il 76% in Italia (16-21 anni) considera attività sociale fare acquisti nei tradizionali negozi, mentre il 63% preferiscono il doppio-format delle aziende che vendono online ma hanno anche un negozio fisico. Normale questa forbice se consideriamo l’entità dei prodotti: alcuni possono essere comodamente comprati da casa altri necessitano di essere toccati con mano. Ecco che allora il web diventa un luogo dove informarsi per poi recarsi al negozio fisico.

il mondo dello shopping retail incontra la tecnologia: sarà una rivoluzione?

I nativi digitali, brutto ma necessario chiamarli così, usano molto lo smartphone dentro i negozi, per comparare i prezzi o contattare gli amici per un parere oppure condividere le foto dei prodotti. Questo rappresenta a tutto tondo l’attività di socializzazione menzionata sopra; attività su cui i retail devono puntare per evolversi verso le nuove generazioni, come ha fatto la catena C&A con il contatore di “like” sulle grucce dei vestiti. Arricchire l’esperienza d’acquisto in negozio è, con i giovani più che mai, la parola d’ordine per sconfiggere la battaglia sui prezzi.

Gli ingredienti del buon “orientamento al cliente” saranno, quindi, format che incorporeranno soluzioni mobile con esperienze positive di acquisto in negozio. I siti web, in particolare, dovranno essere sempre più sofisticati e interattivi, sviluppando diverse soluzioni di pagamento e molteplici modalità di consegna. E infine si dovrà davvero trasportare alcune dinamiche sociali del web, e dei social network in particolare, nella realtà; magari partendo proprio dall’esperimento dei “mi piace” direttamente in negozio.

Voi cosa ne pensate?

Condividi

Altre news