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ANALISI – Juventus, campione di record

Cambia la competizione, e la Juve vince ancora: serve un poker ad un Verona totalmente incapace di vendicare la sconfitta subita in coppa e allunga in vetta alla classifica.

Mini fuga al giro di boa: la Roma insegue ma non riesce a sferrare l’attacco decisivo alla capolista.

Già campione d’inverno, la Juventus chiude il girone d’andata con un bilancio più che positivo, un successo che per Allegri è davvero incoraggiante: la Juve è prima in tutto, miglior attacco, miglior difesa, una sola sconfitta in campionato, una media che sebbene non metta in cassafprte la stagione, aiuta a lanciare un certo tipo di messaggio. La partita di ieri sera sembra il seguito di quella di giovedì, a cambiare sono solo gli interpreti, ma la Juve che ha preso forma nella ultime partite e che lascia spazio a più giocatori, è un meccanismo perfetto in cui tutti si inseriscono facilmente, mostrando intensità agonistica e una forma fisica ottimale. Non è certo il momento di facili trionfalismi: i cinque punti di vantaggio sono anche figli di un calendario che in questo momento ha permesso alla Juve di respirare un pò, ma sono anche il frutto di una brillantezza recuperata di una buona condizione atletica, che con l’avversario c’entrano davvero poco. E la crescita è evidente soprattutto guardando all’uomo simbolo di questo recupero: Paul Pogba che ancora una volta ci regala giocate memorabili, ma che sembra dimostrare anche una crescente maturità. Le sue parole nel post partita tranquilizzano anche i più scettici: non sono previsti colpi di testa per un ragazzo che segue umilmente le orme dei compagni di reparto e dei  senatori della squadra.

Nessuno avrebbe scommesso sul ripetersi della prestazione di giovedì,e su una superiorità, ancora una volta, così netta e questo è dimostrazione del fatto che è determinante per questa squadra tornare ad essere consapevoli delle proprie capacità, una ritrovata autostima è sempre un’arma vincente. Per arrivare allo scudetto però, bisogna giocare ancora meglio, per ridurre al minimo gli errori: anche dalle parole di Allegri emerge questa sensazione, legata al fatto che ci sono ancora troppi momenti in cui la squadra sembra “addormentarsi” e cedere alle disattenzioni. Insistere per vie centrali, manovra inevitabile con Pirlo in campo, spesso rallenta la squadra la espone al rischio di perdere palloni importanti, la rende meno imprevedibile: il potenziale offensivo è soffocato, lo sarebbe meno se si giocasse più sulle fasce, anche se questo significherebbe snaturare l’idea di Juve che ha Allegri. Ma sta proprio a lui reinventarsi, sfruttare al massimo il potenziale, soprattutto in un momento in cui, le casse della società sembrano più blindate che mai: nella Juve rendono al meglio anche le “seconde linee” che sono però una garanzia insufficiente in ottica Europa, in cui è necessario un plusvalore. Ma se non è giusto esaltarsi troppo nelle vittorie, non è nemmeno corretto sminuire i risultati fin qui ottenuti, soprattutto quando sono frutto di un lavoro ininterrotto che dura da quattro anni. Il banco di prova fondamentale resta sempre il doppio scontro con il Borussia in cui tutti si aspettano una prova di livello, di valore, di dignità.

Ma nella mentalità vincente di una squadra, deve esserci la capacità di isolare le sfide e di affrontarle con freddezza, perchè le partite sono tutte importanti, perchè vincere fa parte di un progetto, significa affrontare un percorso che per la Juventus ha ancora tutte le strade aperte.

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