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Secret, l’app per i messaggi anonimi dev’essere rimossa dagli store

Secret è una delle ultime ‘mode’ che si sono scatenate in rete, alimentate soprattutto dalla filosofia che lo stesso network offre, ovvero l’anonimato più totale, quindi niente nomi, cognomi e nickname. L’unico dato che appare sui messaggi postati, se l’utente decide di mostrarlo, è la posizione da dove è stato inviato il messaggio via geolocalizzazione. I messaggi possono contenere diversi caratteri, e si può mettere insieme ad essi anche delle foto di sfondo che vengono sfumate per far risaltare il testo. Insomma, un’app semplice ed interessante, che in poco tempo ha attirato un grande numero di utenti. Il problema, però, è l’anonimato, dettaglio che la resa famosa, ma anche ciò che potrebbe distruggerla.

Tutto si basa soprattutto sulle vicende ultime che vedono coinvolto tutto il mondo a livello politico. Come accaduto per Tor, portale che offre servizi quali browser, mail e chat dove si può essere anonimi e criptati, anche Secret avrebbe, oltre a molti altri, il problema di essere sotto i riflettori di terroristi o persone del genere, che potrebbero usarla per inviare, messaggi fuorvianti per gli innocenti, ma ben precisi per chi ha cattive intenzioni. Tutto aumenta di spessore nel momento in cui accadono episodi del tipo dello studente tormentato da voci diffuse da altri compagni attraverso la piattaforma, o la vicenda delle foto di un consulente di marketing, sieropositivo al virus dell’HIV (responsabile dell’AIDS) e fotografato mentre partecipava ad un festino.

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La richiesta di rimozione è partita dal Brasile, dove Apple, Google e Microsoft, presso i loro rispettivi store, sono stati obbligati a cancellare l’applicazione e a svolgere anche una procedura di rimozione coatta anche dai dispositivi degli utenti attraverso una procedura di cancellazione remota. La decisione è stata presa dal giudice Paulo Cesar de Carvalho della Quinta Corte Civile di Victoria, che se non dovesse ricevere le conferme delle società, in merito alla questione, dovrà applicare la pena che è fino a 20.000 Real di multa (6.600€) per ogni giorno di inadempienza, quindi per ogni giorno che l’app resta negli store. Parliamo di aziende con un grande bagaglio di denaro, ma a lungo andare la situazione potrebbe essere relativamente grave.

Non è ancora dato sapere se la decisione della Corte Civile riguarda solamente il mercato e gli utenti brasiliani, oppure anche nel resto del mondo. Se quest’ultima opzione dovesse essere scelta, probabilmente la società e il servizio stesso dovranno chiudere i battenti o cambiare strategia.

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