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“Fucksquare”

Perche? E’ questa la domanda che si sono fatti in molti quando hanno scaricato il nuovo aggiornamento di Foursquare, che dopo aver sminuito la propria applicazione con Swarm, ha deciso ufficialmente di distruggersi con una struttura che non fa onore ad uno dei network più amati del web. L’utilità di Foursquare non era e non è quella di unire gli utenti, come ogni altro social network, ma ha dato la possibilità di sviluppare la propria esperienza nei locali e ristoranti grazie alle recensioni e ad innovativi stimoli che permettevano all’utente di scegliere un posto piuttosto che un altro. Il famoso ‘Check-in‘ era divenuto un’icona, copiata dai suoi concorrenti, che si sono sviluppati più velocemente e con maggiore dinamicità, fra tutti Yelp. Con il passare degli anni il servizio si è sempre più riempito di utenti e materiale da consultare, ma ciò non è accaduto con l’innovazione grafica, tecnologica e strutturale, che è stata drasticamente negativa per l’immagine della società, divenendo una vera fregatura: Fucksquare.

L’utenza si sente presa in giro; come non biasimarli, in fin dei conti gli è stato fatto capire che, per utilizzare lo stesso servizio, non devono più disporre di una sola applicazione (come fanno tutti i social network del web, o quasi calcolando Facebook con Messenger), bensì di due, che in più neanche sono intuitive. Per fare un Check-in, cosa che prima si faceva con un tocco, ora ci vogliono almeno 5 o 6 passi, e per un servizio basato proprio su questo sistema è inconcepibile. E’ un po’ come se Google, all’interno dell’applicazione ‘Google Search’, prima di farvi svolgere la normale ricerca, vi proponesse altri servizi e funzionalità relative e non. Ovviamente il pensiero dell’utente, che vuole svolgere quella determinata operazione, motivo per cui ha scaricato l’applicazione, va scemando nell’odio più profondo del servizio.

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Foursquare ha costruito un network di ben 45 milioni di utenti, fin dal 2009, quando Dennis Crowley e Naveen Selvadurai hanno lanciato l’applicazione. E’ stato da subito un discreto successo a far credere utenti e investitori nell’idea che le persone volessero condividere la posizione del luogo in cui avevano pranzato o cenato con gli amici e lasciare, inoltre, recensioni al posto stesso. Tutto è stato contornato da medaglie e particolari premi che venivano dati all’utente nel momento in cui arrivava a fare, magari, un particolare numero di Check-in o di recensioni. La struttura era perfetta, ma la voglia di ampliare l’offerta del servizio e le funzionalità connesse è stata più forte. Parliamo di innovazione e tecnologia, quindi ci mancherebbe che qualcuno non voglia provare a guardare al futuro, ma il problema è il ‘come‘ lo si fa. Foursquare lo ha fatto male.

Lo sbaglio più grande, che nessuna azienda o servizio dovrebbe mai fare è quella di dividere la propria offerta in due differenti nomi e personalità. Con questa filosofia, errata, è nato Swarm, una applicazione che permette di fare i Check-in e di condividerli con la propria rete, lasciando a Foursquare la parte della ricerca dei locali e delle recensioni. Inoltre, Foursquare, ha completamente cambiato il proprio aspetto, trasformandosi da app quasi scarna e povera di funzionalità, ad un ammasso di servizi che non portano a nulla di costruttivo per l’esperienza utente. Questo ha ovviamente trascinato con se una radicale rivoluzione di design e struttura, oltre al nuovo logo. Tralasciando il logo in se, che secondo molti assomiglia a quello di un super eroe (il logo è quello che trovate nell’immagine di apertura dell’articolo), il nuovo design è sicuramente molto minimale, ma allo stesso tempo ripieno di scritte inutili. Per muoversi nell’applicazione c’è bisogno, se non si è esperti, di una approfondita analisi iniziale, scandita anche da un ingombrante tutorial a fumetto, che incasina maggiormente tutto il processo.

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Le recensioni, che potete trovare su tutti gli store in cui è presente Foursquare, non sono molto positive: praticamente distruggono il servizio. L’effetto boomerang di questa strategia si è potuto notare anche nei difetti che Swarm, subito dopo il lancio, ha riportato. A detta degli analisti ed esperti che l’hanno analizzata, non solo Swarm sarebbe poco intuitiva e problematica, ma causerebbe anche un enorme consumo di batteria e traffico dati. Foursquare, di tutta risposta, ha fatto sapere che su 4 utenti, 3 hanno scaricato l’applicazione. Questo dato, che per loro è importante e significativo, è in realtà enormemente negativo. Se veramente fosse così si sarebbero persi per strada circa 12 milioni di utenti, che per un network di 45 milioni di iscritti è molto demoralizzante. Swarm, dopo aver solcato le fila della classifica delle top 100 in App Store, ora si trova al 367° posto.

Secondo gli analisti, principalmente Gartner, la mossa di Foursquare potrebbe risultare positiva a lungo andare, ma la società dovrà passare giorni difficili prima di vedere la luce per uscire dal tunnel. Queste le parole di Brian Blau, esperto di tecnologia di Gartner:

“Penso che per loro saranno tempi difficili. Ci sono un sacco di app che si stanno buttando sul local business. La concorrenza di Facebook, Google, Yelp è fortissima”.

Insomma, la separazione di un servizio in due diverse applicazioni, che hanno bisogno l’una dell’altra, potrebbe rivelarsi fondamentale per la concorrenza, che ora si gode il passo falso e prova a rastrellare utenti. Foursquare è cambiata, ma in peggio, divenendo ormai Fucksquare.

 

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