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La direzione sbagliata

Tutti sbagliano, anche i più potenti, ma la forza per potersi risollevare non è sempre un fattore che si può comprare, talvolta ci vuole un po’ di filosofia, idee, ingegno e, soprattutto, visione. Queste caratteristiche sono esattamente quelle che Samsung e Nokia dovrebbero cercare nel proprio bagaglio di esperienza. La situazione di queste due società potrebbe essere paragonata ad un’altalena arrugginita, oltre tutto tenuta da un filo sottile che è vicino al districamento. Le direzioni prese dalle due aziende negli ultimi anni iniziavano a dare i loro frutti, con vendite decollate a cifre nettamente allettanti e importanti investimenti su nuove tecnologie per il futuro. Tutto sembrava andare per il meglio, ma il settore della tecnologia e dell’informatica è spietato, ti coccola il giorno prima con milioni di profitti, ma ti uccide il giorno dopo con l’innovazione che avanza inesorabile. Tu non puoi fare altro che restare a guardare le altre aziende spartirsi grosse fette di mercato, mentre comprendi che, probabilmente, hai preso la direzione sbagliata.

Secondo le ultime notizie, e visti anche i comunicati che stano arrivando in queste ore, Samsung e Nokia si troverebbero in un vortice di problemi legati alle scelte sbagliate, o probabilmente troppo ottimiste, effettuate nel corso degli ultimi anni. Lo sappiamo, il successo rende le persone inconsapevoli delle proprie vere capacità, facendoci credere invincibili solo perché nel conto in banca vi sono miliardi da poter utilizzare in caso qualcosa andasse storto, oppure alcune scartoffie da firmare per licenziare migliaia di dipendenti, mettendo sulla porta anche moltissime famiglie. Qualche giorno fa mi venne da sorridere sentendo le parole di Alexander Stubb, il primo ministro finlandese, che liquidò alcuni giornalisti con la seguente frase: “Se c’è crisi in Finlandia è colpa di Steve Jobs e Apple, che hanno messo Nokia in netta difficoltà”. Si nota molto bene come Stubb non sia un intenditore di tecnologia, poiché la prima regola di questo settore è innovare.

Chiunque conosca minimamente l’economia, la finanza e il mondo dell’imprenditoria, sa perfettamente che la regola numero uno è “stare sempre un passo avanti alla concorrenza”, spesso cercando di sviluppare idee folli, magari anche non del tutto perfette, ma che possano dare la giusta spinta verso quella che viene definita ‘innovazione‘. Se poi parliamo del settore informatico e tecnologico, questa regola diventa un mantra da portare sempre con se, al quale non si può fare torto. L’acquisto di Nokia da parte di Microsoft è stata sicuramente una mossa azzardata, soprattutto per la società finlandese, che ha dovuto smantellare i propri uffici storici e spostare la filosofia verso un concetto tutto da comprendere. Va sottolineato, però, che questo cambiamento ha portato anche molti benefici, tra questi lo sviluppo di molti dispositivi interessanti per alcune nicchie di mercato.

Il problema sussiste nel momento in cui le società, in questo caso Nokia, iniziano a produrre smartphone o cellulari come Nokia X. Parliamoci chiaro, cosa diamine ci fa un dispositivo Nokia, con un sistema operativo Android, che assomiglia a Windows Phone, a sua volta il sistema operativo della società che ha acquistato la produttrice dello smartphone in questione, Microsoft. Forse si è creato un po’ di disordine sul tavolo dei progettisti, ma il paradosso che si è andato a formare è assolutamente ridicolo. Lo è maggiormente se Microsoft è in ‘guerra’ con Google, attraverso accuse legali e pubblicità dall’antipatica ironia. Diciamo che sarebbe come se una persona, a cui piace molto il pomodoro, decidesse di azzannare una bottiglia di ketchup solamente perché ha lo stesso colore, una consistenza simile, e un sapore che gli si avvicina. E’ ovvio, rimanendo nel parallelismo, che nel momento in cui va a mettere il ketchup sulla pizza, quest’ultima, non avrà il sapore che si aspettava di trovare.

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La strategia di Nokia era molto chiara, arrivare anche a quella nicchia di mercato che, molto probabilmente, non ne vuole sapere di Windows Phone, preferendo Android per l’ampia gamma di possibilità che offre. L’idea non era assolutamente sbagliata, ma è il ‘come‘ è stata sviluppata che rende tutto molto comico. In questo caso, se l’acquisto di Microsoft può essere considerato come una direzione giusta, la successiva idea di sviluppare un dispositivo con sembianze relative alla concorrenza è la direzione sbagliata. L’iconica forma dei Nokia Lumia è ormai un marchio di fabbrica, grazie anche ad una focalizzazione dei dettagli, dall’hardware al software, che hanno fatto ricredere anche gli utenti Apple, da sempre fedeli ad uno stile ben standardizzato. Molti, infatti, sono passati a Windows Phone, ma nel momento in cui le applicazioni non arrivano e il sistema operativo ha ancora bisogno di molti ritocchi, vedendo anche la focalizzazione su dispositivi da 99 euro, l’utente si sente abbandonato. Proseguire su una sola retta via, spesso, è meglio di andare su più vie ricche di curve, ma Nokia non sembrerebbe averlo capito, e Microsoft non l’aiuta.

In tutto questo raggrupparsi di problematiche e assurde strategie, ciò che ne perde maggiormente è l’immagine delle società. Anche Samsung, in questo, si è fatta molto parlare dietro. Dopo anni di colpi bassi alla mela morsicata di Cupertino, infatti, lo smalto che rendeva Samsung luminosa e potente si sta pian piano cancellando, lasciando una traccia indelebile che si nota sui nuovi prodotti arrivati, su quelli che stanno per arrivare e sulla filosofia generale di tutto l’ecosistema. In pratica, anche in casa della società sudcoreana, il caos regna sul tavolo dei progettisti. Il perché, a differenza di quello che affligge Nokia, è basato sulla struttura delle idee che si sono venute a formare negli ultimi anni. Apple è sempre stato un punto di riferimento per Samsung e questo, anche se ha portato al successo Galaxy S e altri terminali, ha causato una fossilizzazione della creatività, che ormai è completamente dipendete dalla concorrenza e, in primis, da Apple.

Probabilmente i dispositivi lanciati da Samsung negli ultimi anni sono stati molto innovativi a livello tecnologico, essendo finanziati da grandi quantità di denaro che ne assicuravano l’efficenza, ma lo sono stati meno sotto l’aspetto di ecosistema. Samsung non ha focalizzato le proprie forze sull’unione di servizi, su una struttura di OS più concreta e precisa, sull’idea di materiali avanzati o, forse cosa più importante, creare una vera icona. Ciò che Samsung ha saputo fare è una grande quantità di marketing legata al criticare altre aziende, le stesse che si sono sviluppate con più cura e tempo, creando una vera struttura di prodotti e sistemi. Quando questa struttura viene connessa tutto ne consegue, quindi anche lo sviluppo e l’idee di nuovi servizi e dispositivi. Questa corsa frenetica alla creazione superficiale si nota quando, nell’arco di pochi mesi, la società sudcoreana ha lanciato una folta gamma di smartwatch, settore ancora in fase di avvio. Sembra come se arrivare ‘prima‘ volesse significare arrivare ‘primi‘, ma c’è una sottile e profonda differenza.

Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, quando fa una delle sue corse, non parte prima degli altri per assicurarsi di arrivare primo, perché sa che verrebbe squalificato, ma si accerta di avere una giusta forma fisica, delle scarpe perfettamente allacciate e lo sguardo fisso verso la pistola dello start. Ovviamente, avendo una preparazione fisica perfetta, oltre che un fisico adatto, arriva quasi sempre primo, perché ha tutte le carte in regola per poterlo fare. Samsung vuole per forza partire prima dello sparo, non avendo effettuato la normale preparazione pre-gara e cercando di dare fastidio ai corridori vicino, che inizialmente sembrano essere nervosi per il suo atteggiamento, quindi poco concentrati, ma quando partono si rendono inarrivabili. Questa strategia, oltre ad essere infantile, è molto poco produttiva per quello che si vuole cercare di comunicare all’utenza. L’innovazione è un processo di continua riflessione e attente analisi. Questa direzione è stata completamente scartata dalla dirigenza di Samsung, che ha preferito prendere scorciatoie dalle indubbie possibilità.

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Sta di fatto che, dalle ultime notizie, anche Samsung Galaxy S5 non avrebbe colpito l’utenza come ci si aspettava. L’utilizzo della plastica e la struttura estetica dello smartphone hanno giocato un brutto scherzo a Samsung, che si è trovata sommersa di critiche. L’idea di prendere in considerazione materiali più avanzati, infatti, sta trapelando nelle viscere della società, che inizia a riflettere sui prossimi modelli. Il mancato lancio di Tizen, che sarebbe dovuto divenire il nuovo sistema operativo proprietario, si è rivelato una mancata occasione per iniziare a costruire un’ecosistema di servizi senza precedenti nella storia dell’informatica, grazie anche agli stessi smartwatch, che al momento hanno ben poco da dire sul mercato, essendo vuoti di idee e filosofia. Samsung, si è vociferato nelle ultime ore, è pronta a lanciare una nuova carta nei prossimi giorni, cercando di recuperare il gap e costruendo nuove idee di prodotto. Fra queste abbiamo anche quella degli smartglass, che probabilmente si affacceranno sul marcato entro fine anno.

Nokia e Samsung si sono accorte degli sbagli effettuati, con dati concreti che li stanno confermando, ma ora dovranno accelerare per lasciarsi alle spalle la direzione sbagliata.

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