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Il prossimo grande passo

“I primi esseri umani che metteranno piede sulla superficie di Marte oggi si trovano sulla Terra, in attesa del grande giorno”. Sono state queste le parole con cui la NASA ha comunicato i propri progetti per il futuro, che con ottimismo sperano in grandi ed importanti scoperte che cambieranno per sempre il corso della scienza, dell’astronomia e, perché no, anche della tecnologia. Uno di questi importanti progetti, nel lontano 1969, esattamente 45 anni fa, ha visto Neal Armstrong mettere il primo piede sul suolo lunare, arrivando a compiere una delle più incredibili missioni nella storia dell’umanità. Questa spettacolare e affascinante impresa ha reso il mondo più ricco, non solo di informazioni legate alle scoperte effettuate sul materiale riportato sulla Terra, ma anche di prospettive per quello che si potrebbe fare in un prossimo futuro. Quel giorno abbiamo compreso che la mente umana è potente al punto di poter superare i propri confini, anche abbattendo le leggi che la natura ci impone. Tutto questo potrebbe ripetersi nei prossimi anni, forse con un altro ‘grande passo‘.

L’uomo è intenzionato a spingersi sempre oltre i propri limiti e, se con Apollo abbiamo tracciato il percorso per una futura esplorazione sulla Luna e nell’orbita terrestre, nei prossimi anni si punterà a Marte, Saturno, Plutone e i vari asteroidi vicini. La tecnologia è l’essenza del progetto, che guiderà le spedizioni verso scoperte sempre più importanti. Il progetto ‘The Path to Mars‘ inizia con la ricerca basata proprio sul nostro pianeta, la Terra, attraverso le risorse della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, con i partner internazionali della NASA, tra cui anche l’Italia. Infatti, a circa 250 chilometri dalle nostre teste, gli astronauti stanno conducendo centinaia di esperimenti non possibili sulla Terra, insegnandoci come gli esseri umani possono vivere, lavorare e prosperare per lunghi periodi nello spazio.

Per aiutare queste importanti ricerche, gli ingegneri stanno sviluppando nuove capacità e tecnologie, per poter non solo svolgere le attività vicino alla Terra, ma anche nello spazio profondo, a milioni di chilometri di distanza. Questo aiuterà anche le generazioni future. Le navicelle Orion e Space Launch System (SLS) saranno i veicoli spaziali più avanzate mai costruiti e, insieme, essi ci porteranno lontano dal Sistema Solare, nei viaggi verso pianeti sconosciuti e lontani dalle possibilità che abbiamo oggi. La NASA sta volgendo lo sguardo sempre più verso il pianeta rosso, Marte, che potrebbe, nei prossimi anni, essere solcato dagli scarponi di qualche nostro astronauta. Un’altro punto cardine delle missioni NASA saranno gli asteroidi vicini al nostro pianeta, occasione unica per testare le nuove tecnologie e le capacità di cui abbiamo bisogno per le future missioni umane su Marte.

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Fotografia del suolo di Marte scattata da ‘Curiosity’ uno dei tre rover inviati sul pianeta rosso nel corso degli ultimi dieci anni, atterrato il 6 agosto 2012.

Intorno al 2019 la NASA partirà con una missione basata su una navicella robot realizzata per l’incontro con un’asteroide, che cercherà di deviare verso l’orbita lunare, in modo da stabilizzarla e avere, così, la possibilità di analizzarla e studiarla a fondo. A metà del 2020, gli astronauti a bordo delle navicelle Orion e SLS, esploreranno gli asteroidi per poi tornare sulla Terra con i campioni. Le nuove tecnologie in questo processo saranno fondamentali, sviluppando importanti progressi per inviare in modo sicuro l’uomo su Marte. Questo include strumenti come il Solar Electric Propulsion, un modo altamente efficiente per aiutare a trasportare oggetti di grandi dimensioni e carichi pesanti proprio sul pianeta rosso. Ovviamente l’idea della colonizzazione che, soprattutto in molti libri e film, viene descritta in modo fantascientifico è ancora molto lontana, ma il primo passo verrà fatto proprio nel 2020.

La NASA continuerà a fare investimenti significativi in nuove tecnologie, essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di esplorazione. Ciò include progressi nelle tecnologie di ingresso, discesa e atterraggio, spesso al centro delle maggiori problematiche di molte missioni spaziali. L’invio di esseri umani nello spazio profondo e intorno alla Luna aiuterà anche a migliorare le tecnologie di comunicazione fra la Terra e la navicella. L’esplorazione su Marte ci inviterà a riflettere su importanti questioni tutt’oggi ancora non comprese a fondo: La vita esiste oltre la Terra? Ci sono esseri viventi su Marte? L’uomo potrà vivere fuori dal proprio pianeta di origine? La risposta potrebbe arrivare molto presto, forse prima di quanto crediamo. Ovviamente, per avere risposte certe, però, gli astronauti dovranno mettere a rischio la propria vita, decidendo di andare oltre i limiti della natura per il bene dell’umanità.

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L’asteroide Eros, immagine del 14 febbraio 2000 scattata dalla sonda NEAR, che apri la strada per uno studio più approfondito e ravvicinato.

Questo prossimo decennio di esplorazione sarà un momento emozionante di rapido sviluppo tecnologico e di testing. Nel dicembre 2014, la NASA eseguirà il primo volo di prova di Orione. Nel 2015, la missione New Horizons vedrà una navicella volare verso Plutone, per vedere il mondo ghiacciato, da vicino, per la prima volta. Nel 2016 vi saranno i lanci di altre due missioni su Marte. Entro la fine del 2017, le società commerciali degli Stati Uniti inizieranno il lancio di astronauti dal suolo statunitense alla stazione spaziale. Nel 2018, l’SLS e Orion voleranno insieme in orbita intorno alla Luna con una missione chiamata ‘Distant Orbit Retrograde’ (DRO), dove gli astronauti potranno esplorare un asteroide. Ancora, nel 2018, il successore di Hubble, il James Webb Space Telescope, estenderà i nostri sensi più lontano nello spazio e nel tempo, per vedere la luce da prime stelle dell’universo. Circa nel 2019, verrà lanciata la navicella robotizzata per catturare e reindirizzare un asteroide. Nel 2020, la NASA invierà un nuovo rover su Marte, spianando la strada per i futuri esploratori umani. A metà degli anni 2020, gli astronauti potranno esplorare l’asteroide reindirizzata dalla missione ‘DRO’ intorno alla Luna, e tornare a casa con i campioni, che potrebbero contenere indizi sulle origini del sistema solare e della vita sulla Terra.

Il prossimo passo sarà molto più grande di tutti i precedenti mai effettuati nella storia, che darà una nuova definizione all’universo e cambierà per sempre le tecnologie di viaggio per lo spazio più profondo, rendendo Marte sempre più vicino.

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