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Il lavoro minorile nelle fabbriche Samsung

Pochi giorni fa Samsung ha pubblicato il suo Bilancio di Sostenibilità, un documento che viene steso annualmente e che mette in mostra luci e ombre sui comportamenti tenuti dalle grandi multinazionali. Grazie a tale documento, siamo in grado di osservare quanto una grande azienda si impegni nel campo ambientale e umano, rispettando il pianeta e i diritti dei lavoratori che vengono assunti nelle fabbriche.

Le informazioni riportate dall’azienda coreana nei giorni scorsi erano per lo più positive e incoraggianti, quest’oggi però giungono accuse molto pesanti nei confronti di Samsung, accuse che gravano sul comportamento tenuto dalla società in campo umano. Pare infatti che China Labor Watch (CLW), una società che si occupa di monitorare costantemente le condizioni di lavoro in Cina, abbia scoperto cose molto negative nelle fabbriche del gigante tecnologico situate in Cina.

Li Qiang, direttore esecutivo di CLW, ha dichiarato che gli annunci di Samsung “non hanno alcun valore reale per i lavoratori”, dato che nonostante le informazioni positive riportate nel Bilancio di Sostenibilità, continuano ad esserci condizioni di lavoro precarie. Entrando nello specifico, secondo i dati diffusi oggi “in una sola fabbrica fornitrice di Samsung, CLW ha scoperto molti bambini impiegati senza contratto di lavoro, costretti a lavorare per 11 ore al giorno e pagati per sole 10 di quelle ore”.

Immediata la risposta di Samsung, che ha dichiarato di non essere a conoscenza di tali fatti e di essere pronta a indagare con la massima urgenza a riguardo e, se necessario, prendere i giusti provvedimenti. Inoltre la società ha affermato che il 90% delle parti vengono prodotte non da terzi, ma presso i propri stabilimenti, dei quali “può fornire direttamente le condizioni di lavoro di classe mondiale“.

Ma le accuse a Samsung non finiscono qui. Anche Guangzhou Daily ha pubblicato un rapporto condotto separatamente da quello di CLW che mette in evidenza le stesse problematiche legate al lavoro minorile. E’ stato infatti scoperto che un altro stabilimento a Dongguan, che produce alcuni prodotti per conto dell’azienda coreana, assume periodicamente bambini per far fronte alla fortissima richiesta di prodotti, nei momenti in cui il mercato va forte. Qui la pratica della falsificazione dei documenti per consentire anche ai minori di lavorare è diffusissima, e moltissimi bambini vengono ogni giorno sfruttati per produrre beni in grandi quantità a basso costo.

Il direttore della fabbrica di Dongguan si difende dalle accuse dicendo che anche la sua azienda è vittima di questo sistema, poiché egli non può sapere quando i documenti sono falsi e non può nemmeno denunciare questi fatti, dato che non ha prove a sufficienza. Questo però non giustifica accuse di violazione ben più ampie, come straordinari non pagati e la mancanza di assicurazione sociale, che lascia scoperti gli operai in caso di incidente sul lavoro.

Poco importa però di questo quando è evidente che i lavoratori vengano considerati solo dei numeri e sfruttati ogni giorno senza avere diritto alcuno, tanto poi ci sono moltissime altre persone in attesa di ottenere un posto di lavoro in ambienti come questo, persone che non chiedono nulla se non un misero salario per poter mantenere la propria famiglia.

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