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App a pagamento in netto declino

Come stiamo vedendo in questi ultimi mesi, la tendenza delle app a pagamento sta scendendo sempre di più, sostituendo questo metodo con svariati altri, dagli acquisti in-app alle pubblicità, i quali, forse, offrono un maggior guadagno.

La conferma arriva da un nuovo studio di Flurry, che ha esaminato le variazioni di prezzo nel tempo delle circa 350.000 applicazioni per dispositivi mobili comprese nel suo circuito. La gran parte dei consumatori non gradisce la pubblicità su smartphone e tablet, come indicano diverse indagini di mercato, ma nella realtà le inserzioni pubblicitare vengono tollerate di fronte alla scelta tra app a pagamento e disponibili in modo gratuito con all’interno la pubblicità.

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Secondo i dati rilevati dalla società specializzata nell’analisi del mobile marketing, considerando solo le app per iOS, sono passate da una percentuale dell’80-84% nel periodo 2010-2012 al 90% del 2013. Le app gratuite restano all’apice del gradimento degli utenti ma ciò non significa che il contenuto offerto non sia monetizzato, spesso infatti vi è più monetizzazione di un’app a pagamento. Di norma nelle strategie commerciali si sceglie anche di presentare una versione base di un’app scaricabile gratuitamente, che di solito viene chiamata proprio ‘Free’, la quale ha lo scopo di massimizzare la platea dei consumatori puntando successivamente sull’in-app purchase che consente download a pagamento di funzionalità e contenuti aggiuntivi.

Per Mary Ellen Gordon, autrice del post sul blog di Flurry, è comunque molto chiaro che le persone vogliono contenuti gratis più di quanto non desiderino evitare annunci pubblicitari o ricevere il massimo di qualità possibile, e preferiscono talvolta effettuare gli acquisti direttamente in-app, magari per poter sbloccare un oggetto o una missione premium, oppure per personalizzare il proprio personaggio. Si tratta di un trend generale che potrebbe non valere in contesti particolari come nel caso di applicazioni di tipo aziendale o in ambito medico o finanziario.

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Per quanto riguarda i dispositivi Android la storia è la stessa, con la differenza che gli utenti del sistema operativo targato Google, di norma, sono meno ricchi e meno disposti a pagare di quelli Apple, dato che un dispositivo Android può costare anche poche decine di euro. Questo andamento emerge in maniera evidente dall’analisi dell’evoluzione dei prezzi delle app. Stando sempre alle rilevazioni effettuate da Flurry Analytics infatti, il costo medio di un’applicazione su Google Play era pari a 6 centesimi di dollaro contro 19 centesimi di iPhone e i 50 centesimi di iPad. I consumatori Android, in buona sostanza, propendono ancora di più verso contenuti ‘Free’ e hanno maggiore tolleranza verso l’utilizzo di pubblicità per sostenere lo sviluppo delle applicazioni mobili.

Insomma, la situazione si sta nettamente spostando verso le applicazioni apparentemente gratuite‘, le quali, gratuite non sono, visto che cercano di guadagnare attraverso alcuni piccoli strumenti, che però l’utenza giudica come migliori e abbordabili.

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