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Twitter vale 10 miliardi di dollari? Noi abbiamo i nostri dubbi

L’ultima valutazione di mercato privata di Twitter gli attribuiva un valore di 9 miliardi di dollari, ma molti si chiedono quali calcoli sono stati fatti per arrivare a quella cifra. Dennis Berman del Wall Street Journal aveva recentemente scritto che in realtà Twitter aveva un valore di circa 10 miliardi di dollari. Dando uno sguardo ai numeri di Berman si vede che sono privi di sostanza e che le sue conclusioni non sono fondate. Ma analizzando meglio l’articolo da lui scritto si capisce che le sue conclusioni si basano su errori iniziali.

Cominciamo:

Nelle ultime settimane la società ha concluso delle operazioni private che andavano avanti da sette anni, il quale valore ammonta a 9 miliardi di dollari. Altri hanno messo dei valori superiori a 10 miliardi di dollari. […] Questo è notevole perché Twitter è riuscita a guadagnare soldi in soli tre anni, in primo luogo grazie alla vendita di “tweet sponsorizzati” per gli inserzionisti.

Di quei 9 miliardi di dollari, 200 milioni vengono utilizzati per utilizzare il marchio. Ma andiamo avanti:

La società specializzata nelle pubblicità, eMarker Inc. stima che i ricavi per il 2014 possano arrivare a 808 milioni di dollari, ma alcune persone affermano che Twitter potrebbe sforare il miliardo di dollari. In realtà eMarker sta rivedendo le sue cifre al rialzo, ma non si sa dire di quanto.

Qui dobbiamo prendere il tutto con le pinze visto che gli 808 milioni di dollari e il miliardo di dollari sono solo ipotesi per il 2014. Dato che queste sono proiezioni, queste potrebbero essere solo delle valutazioni dato che Twitter mantiene le sue cifre riservate, ma sopratutto le sue previsioni.

Twitter al momento non vale 10 miliardi di dollari, ma questo poco importa al momento.

Questa affermazione è alquanto interessante, nella descrizione precedente Berman affermava che Twitter ha un valore di 10 miliardi di dollari. Ma forse voleva dire che sarà di 10 miliardi, in futuro. Quindi sembra che Berman sia in contraddizione da solo.

Ora si va a sbattere contro la ringhiera.

Errori

Berman cerca di ottenere un handle su come Twitter sia in grado di monetizzare con gli utenti, calcolando l’ARPU ( Average Revenue Per Unit o ricavi medi per unità) dell’anno.

Oggi, con una serie di prodotti relativamente immaturi, Twitter sta raccogliendo una cifra di circa 4 miliardi di dollari per ogni 200 milioni di utenti attivi al mese.

Questa affermazione non si spiega. Nel 2014 Twitter dovrebbe guadagnare ancora 808 milioni di dollari con la sua base di utenti che si aggira a 200 milioni. Dividendo 800 per 200 si ottiene quattro. Forse Berman ha preso i dati da una fonte diversa? Se fosse così Twitter avrebbe avuto un fatturato di 800 milioni di dollari nel mese di dicembre del 2012, e non per l’intero 2014. Quindi, o lui ha fatto un casino, o ha fatto riferimento a statistiche che contraddicono il suo punto di vista.

Andiamo avanti.

I bilanci tendono verso l’alto e così si arriverebbe a 7 dollari per utente attivo nel 2015, ben al di sotto del fatturato di Facebook.

È vero che i bilanci sono verso l’alto. Twitter sta aumentando i prezzi, tuttavia i 7 dollari a utente è lo stesso ragionamento dei 4 dollari per utente che abbiamo già dimostrato essere privo di fondamento.

Andiamo ancora avanti.

Eppure negli ultimi nove mesi del 2012, gli utenti Twitter sono aumentati del 40%. Mantenendo un ritmo di crescita del 33% per tre anni, il numero di utenti dovrebbe espandersi a 500 milioni.

La matematica qui ci conduce in realtà ad una cifra di 470 milioni di utenti, ma come abbiamo visto, lo sport preferito di Berman è arrotondare verso l’alto.

La matematica ci suggerisce che le entrate potrebbero arrivare a 3.5 miliardi di dollari l’anno, la stessa di Google nel 2004.

Questa è semplice aritmetica: 500 milioni di utenti attivi, 7 dollari a utente e un fatturato nel 2015 di 3.5 miliardi di dollari. La cifra reale che viene generata è di 3.29 miliardi di dollari.

Come dimostrato, queste cifre si basano su numeri impressionanti di ipotesi deboli e un’analisi difettosa.

fonte | The Next Web

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